Gli studi negativi, si sa, impiegano più tempo ad esser pubblicati... Lo studio randomizzato che confrontava amrubicina e topotecan come seconda linea dei pazienti con microcitoma, completato nel 2010, viene pubblicato ora su JCO... L'ennesima delusione in questo setting!
Joachim von Pawel, et al. Randomized Phase III Trial of Amrubicin Versus Topotecan As Second-Line Treatment for Patients With Small-Cell Lung Cancer. J Clin Oncol published online on November 10, 2014
Da troppi anni il trattamento farmacologico dei pazienti con microcitoma non registra novità significative, e anche nel recente aggiornamento 2014 delle linee guida AIOM il topotecan rimane l'unico farmaco raccomandato per i pazienti in progressione dopo la chemioterapia di prima linea. Da oltre dieci anni, l'amrubicina è stata approvata in Giappone per i pazienti con microcitoma, ma in Europa il suo impiego rimane sperimentale.
Sulla base di un promettente studio di fase II, nel quale i pazienti trattati in seconda linea con amrubicina presentavano un outcome lievemente migliore rispetto ai risultati ottenuti nei pazienti trattati con topotecan, è stato condotto uno studio randomizzato di fase III allo scopo di confrontare amrubicina e topotecan. Endpoint primario dello studio era la sopravvivenza globale, endpoints secondari la sopravvivenza libera da progressione, la risposta obiettiva e la tossicità del trattamento.
Per essere eleggibili nello studio, i pazienti con microcitoma (in stadio sia esteso che limitato) dovevano aver fallito la prima linea di chemioterapia con platino ed etoposide, ed essere candidati a ricevere un trattamento di seconda linea. Dal punto di vista dell'intervallo trascorso dalla fine del trattamento precedente, erano eleggibili sia pazienti sensibili sia pazienti refrattari.
La sopravvivenza mediana è risultata pari a 7.5 mesi nel braccio assegnato ad amrubicina, e pari a 7.8 mesi nel braccio trattato con topotecan (hazard ratio 0.880; p = 0.170). L'analisi per sottogruppi sulla base del tempo intercorso dal precedente trattamento suggerisce una possibile maggiore efficacia di amrubicina nei pazienti refrattari: nel dettaglio, la sopravvivenza mediana è risultata rispettivamente pari a 6.2 e 5.7 mesi (hazard ratio 0.77; p = 0.047).
La sopravvivenza libera da progression è risultata statisticamente migliore con l'amrubicina, ma la differenza è veramente piccola in termini assoluti (PFS mediana pari a 4.1 mesi con amrubicina e 3.5 mesi con topotecan (hazard ratio 0.802; p = 0.018). Anche la proporzione di risposte obiettive è risultata statisticamente migliore con l'amrubicina (31.1% vs16.9%, p <0.001).
Il topotecan è risultato associato ad una maggiore percentuale di neutropenia severa (54% vs 41%), di piastrinopenia severa (54% vs 21%), di anemia severa (31% vs 16%). Al contrario, la neutropenia febbrile è risultata più frequente con l'amrubicina (10% vs 3%).
Da troppi anni non si compiono progressi significativi nel trattamento dei pazienti affetti da microcitoma polmonare. Il topotecan è approvato per l'impiego come trattamento di seconda linea, ma i risultati ottenuti con tale farmaco sono lontani dall'essere soddisfacenti, e la prognosi dei pazienti, al fallimento della prima linea con platino ed etoposide, è purtroppo molto scadente.
Nello studio recentemente pubblicato su JCO, l'amrubicina ha dato qualche interessante segnale di attività, con una sopravvivenza libera da progressione e una proporzione di risposte obiettive significativamente migliori rispetto al topotecan, ma senza alcuna differenza significativa in sopravvivenza globale.
Gli autori dello studio enfatizzano i vantaggi negli endpoints secondari, e l'analisi per sottogruppi che suggerisce una superiorità dell'amrubicina rispetto al topotecan nei pazienti refrattari. Peraltro la differenza in sopravvivenza, anche nel sottogruppo in questione, è veramente minima. Tutto sommato, quindi, ci sembra veramente troppo poco per essere soddisfatti.