Patologia polmonare
Martedì, 06 Maggio 2014

Anche in uno studio giapponese la doppietta con platino meglio dell’agente singolo negli anziani con NSCLC.

A cura di Massimo Di Maio

Uno studio di fase II randomizzato condotto in Giappone ha confrontato, in pazienti anziani con NSCLC avanzato, la combinazione di carboplatino e paclitaxel settimanale vs. il docetaxel agente singolo. I risultati? A favore della combinazione.

Maemondo M, et al. Randomized Phase II Trial Comparing Carboplatin Plus Weekly Paclitaxel and Docetaxel Alone in Elderly Patients With Advanced Non-Small Cell Lung Cancer: North Japan Lung Cancer Group Trial 0801. Oncologist. 2014;19(4):352-3. Epub 2014 Mar 28.

 

Per anni, l'unica evidenza prodotta mediante studi randomizzati dedicati ai pazienti anziani con NSCLC è stata la dimostrazione di efficacia della mono-chemioterapia (studio ELVIS con la vinorelbina, pubblicato alla fine dello scorso millennio).

Una serie di analisi di sottogruppo di studi non dedicati ai pazienti anziani suggeriva comunque la fattibilità e l'efficacia di una doppietta con cisplatino o carboplatino. Più recentemente, uno studio randomizzato francese, dedicato ai pazienti anziani, ha evidenziato la superiorità della combinazione di carboplatino e paclitaxel settimanale rispetto alla monochemioterapia con vinorelbina e gemcitabina.

Anche il gruppo cooperativo giapponese North Japan Lung Cancer Group si dedica all'argomento, con uno studio di fase II randomizzato che ha confrontato doppietta (carboplatino + paclitaxel settimanale) vs. agente singolo (docetaxel).

I pazienti (di età superiore a 70 anni) venivano randomizzati a ricevere terapia di combinazione (carboplatino AUC 6 ogni 3 settimane + paclitaxel 70 mg/mq settimanale) oppure mono-chemioterapia con docetaxel (alla dose standard in Asia di 60 mg/mq ogni 3 settimane).

Endpoint primario dello studio era la proporzione di risposte obiettive, endpoint secondari la sopravvivenza libera da progressione, la sopravvivenza globale, la tossicità.

 

Complessivamente, lo studio giapponese ha visto la randomizzazione di 83 pazienti eleggibili (41 assegnati alla doppietta, 42 assegnati a docetaxel).

La percentuale di risposte obiettive è stata nettamente maggiore con la doppietta (54% vs 24%). Nettamente migliore con la doppietta anche la sopravvivenza libera da progressione (6.6 mesi vs. 3.5 mesi la PFS mediana nei 2 bracci). La sopravvivenza globale mediana è risultata pari a 14.3 mesi con la doppietta e 11.8 mesi con il docetaxel. La doppietta è stata complessivamente ben tollerata, mentre il docetaxel risultava associato a maggior incidenza di neutropenia severa e neutropenia febbrile.

 

Lo studio giapponese era disegnato come studio randomizzato di fase II, quindi non produce evidenza definitiva. Peraltro, i risultati nettamente a favore della doppietta contenente platino portano gli autori a scegliere la doppietta per successivi studi di fase III dedicati ai pazienti anziani.

Le linee guida AIOM (edizione 2013) raccomandano che in pazienti anziani non selezionati, la monochemioterapia deve essere considerata il trattamento standard (raccomandazione positiva forte), ma in pazienti anziani selezionati, una doppietta con carboplatino o cisplatino (a dosi ridotte) possono rappresentare un'opzione terapeutica (raccomandazione positiva debole).