Una survey condotta in Francia, su cittadini selezionati a caso nella popolazione generale, evidenzia quali aspetti il pubblico conosce meglio e quali di meno, relativamente al tumore del polmone. I risultati offrono spunti di riflessione…
Mazières J, Pujol JL, Kalampalikis N, Bouvry D, Quoix E, Filleron T, Targowla N, Jodelet D, Milia J, Milleron B. Perception of Lung Cancer among the General Population and Comparison with Other Cancers. J Thorac Oncol. 2015 Mar;10(3):420-5.
La conoscenza degli aspetti relativi ai fattori di rischio, al trattamento e alla prognosi dei tumori può essere molto eterogenea nel pubblico non specialista: per meglio caratterizzare gli aspetti noti e quelli meno noti tra il pubblico, autori francesi hanno condotto una survey riguardante il tumore del polmone.
La survey è stata condotta nel giugno 2013, su un campione rappresentativo della popolazione francese adulta (età maggiore di 18 anni). Complessivamente, il questionario è stato somministrato a 2200 soggetti.
Il questionario, oltre a chiedere ai partecipanti le loro caratteristiche socio-demografiche (età, sesso, residenza, abitudine al fumo, lavoro, livello di istruzione), chiedeva loro se avessero avuto contatto diretto con un paziente affetto da tumore del polmone, e poi prevedeva domande relative all’epidemiologia, ai sintomi, al trattamento, alla prognosi e allo screening del tumore del polmone.
All’inizio del test, ai partecipanti veniva somministrato un test di associazione verbale, vale a dire che veniva loro chiesto di associare spontaneamente 5 parole al “tumore del polmone”, allo scopo di descrivere i concetti più immediatamente associati, nel pubblico, a tale patologia.
Complessivamente, dei 2200 soggetti invitati, 1469 hanno risposto al questionario.
Per quanto riguarda gli aspetti epidemiologici, la maggior parte dei partecipanti (75%) dimostrava di sapere che recentemente, nel sesso femminile, l’incidenza di tumore del polmone è aumentata.
A proposito dei fattori di rischio di tumore del polmone, la grande maggioranza dimostrava di conoscere il ruolo del fumo di sigaretta (93%), ma solo due terzi dei rispondenti conosceva correttamente il rischio associato al fumo passivo. Quando interrogati sulla percezione del proprio rischio, una percentuale maggiore si dichiarava a rischio tra i fumatori (62%), rispetto agli ex fumatori (21%) e ai non fumatori (6%).
Il 32% dei soggetti rispondenti era convinto che il tumore del polmone possa essere guarito in tutti gli stadi, mentre il 52% che possa essere guarito se diagnosticato in uno stadio molto precoce. L’85% dei rispondenti era convinto che il tumore del polmone presenti sintomi in ogni stadio di malattia.
A proposito dei trattamenti conosciuti per il tumore del polmone, il 91% dei rispondenti conosceva la chemioterapia, il 90% la cessazione del fumo, il 71% la chirurgia, il 64% la radioterapia, il 48% il trattamento dei sintomi, il 45% i farmaci a bersaglio molecolare e il 15% terapie alternative.
L’analisi dell’associazione verbale evidenziava che le parole più frequentemente associate al tumore del polmone sono “sigarette” (o “fumo” o “tabacco”, 1017 citazioni in totale), “morte” (535 citazioni), “inquinamento” (231), “chemioterapia” (337), “sofferenza” (276).
I dati pubblicati dagli autori francesi sul Journal of Thoracic Oncology suggeriscono che la popolazione francese abbia ben chiara l’associazione tra il fumo di sigaretta e il rischio di sviluppare tumore del polmone. Peraltro, se appare ben chiaro il ruolo del fumo attivo, probabilmente progressi vanno fatti nella consapevolezza del rischio legato al fumo passivo, in quanto solo due terzi dei rispondenti dimostrava di conoscere tale rischio. Ovviamente, i soggetti fumatori sono mediamente più consapevoli del fatto che il proprio rischio è maggiore rispetto a chi non fuma, mentre probabilmente il rischio è sottostimato dagli ex fumatori, nei quali invece, come sappiamo dai dati epidemiologici, il rischio decresce ma rimane a lungo più alto rispetto a chi non abbia mai fumato.
Probabilmente il pubblico sovrastima la probabilità che il tumore del polmone in stadio molto precoce possa dare sintomi: gli autori ipotizzano che l’impatto emotivo dei sintomi presenti negli stadi più avanzati possa indurre la falsa convinzione che anche un tumore in stadio precoce produca costantemente gli stessi sintomi. Gli autori sottolineano anche che, sulla base di questi dati, probabilmente va informata meglio la popolazione sul fatto che, come suggerito dai recenti progressi compiuti mediante lo screening, i risultati migliori in termini di outcome si possono ottenere quando la malattia è diagnosticata in stadio precoce, molto spesso asintomatica. A fronte di una sovrastima della possibilità di guarigione in stadio avanzato, i rispondenti alla survey in qualche modo sottostimavano la possibilità di guarigione negli stadi molto precoci, e anche questo è per gli autori un segnale della scarsa conoscenza dei benefici teoricamente associati allo screening.
L’informazione corretta in termini di prevenzione, diagnosi, trattamenti disponibili e prognosi è di fondamentale importanza, in considerazione dell’impatto sociale elevato di patologie come il tumore del polmone. Gli autori, discutendo i risultati della survey, auspicavano la conduzione di una vasta campagna di informazione per migliorare gli aspetti nei quali la conoscenza da parte del pubblico sembra essere, almeno in Francia, ancora sub-ottimale.