Lo studio olandese, che come acronimo porta il nome dell'ammiraglio inglese trionfatore a Trafalgar contro Napoleone, fornisce ulteriori dati sullo screening mediante TC a basse dosi. In attesa dei dati di efficacia, pubblicati su Lancet Oncology interessanti dati preliminari.
Horeweg N, van Rosmalen J, Heuvelmans MA, van der Aalst CM, Vliegenthart R, Th Scholten E, Ten Haaf K, Nackaerts K, Lammers JW, Weenink C, Groen HJ, van Ooijen P, de Jong PA, de Bock GH, Mali W, de Koning HJ, Oudkerk M. Lung cancer probability in patients with CT-detected pulmonary nodules: a prespecified analysis of data from the NELSON trial of low-dose CT screening. Lancet Oncol. 2014 Oct 1. [Epub ahead of print]
Horeweg N, Th Scholten E, de Jong PA, van der Aalst CM, Weenink C, Lammers JW, Nackaerts K, Vliegenthart R, Ten Haaf K, Yousaf-Khan UA, Heuvelmans MA, Thunnissen E, Oudkerk M, Mali W, de Koning HJ. Detection of lung cancer through low-dose CT screening (NELSON): a prespecified analysis of screening test performance and interval cancers. Lancet Oncol. 2014 Oct 1. [Epub ahead of print]
Da alcuni anni si accumulano importanti evidenze sull'efficacia dello screening del tumore del polmone mediante TC a basse dosi in soggetti ad alto rischio (forti fumatori sopra i 50 anni). Il National Lung Cancer Screening Trial ha documentato una riduzione della mortalità nei soggetti sottoposti a screening, con qualche dubbio sull'applicabilità del risultato nella pratica quotidiana, soprattutto in considerazione del basso valore predittivo positivo, con un gran numero di risultati falsi positivi e dei successivi esami richiesti per escludere la diagnosi di tumore del polmone.
Lo studio olandese NELSON randomizzava soggetti tra 50 e 75 anni, con storia di fumo considerata a rischio elevato (almeno 15 sigarette al giorno per più di 25 anni, o almeno 10 sigarette al giorno per più di 30 anni, attualmente fumatori o che avessero smesso da meno di 10 anni).
I soggetti venivano randomizzati a screening mediante TC a basse dosi (a intervalli crescenti) oppure al braccio di controllo (no screening).
Obiettivo primario dello studio è la dimostrazione di una riduzione della mortalità di almeno il 25% a 10 anni. Le analisi pubblicate su Lancet Oncology forniscono informazioni sulla probabilità di avere una diagnosi di tumore del polmone in base alle dimensioni del nodulo, e la frequenza di diagnosi "intervallari", ovvero tumori del polmone sfuggiti alla diagnosi in occasione delle procedure di screening.
Nei 7155 partecipanti allo studio NELSON assegnati al braccio sottoposto a screening, sono stati complessivamente identificati 9681 noduli non calcifici.
La probabilità di tumore del polmone risultava bassa in caso di nodulo di volume inferiore a 100 mmc (0.6%), e nei casi con diametro massimo inferiore a 5 mm (0.4%), percentuali simili alle diagnosi riscontrate nei soggetti senza noduli. La probabilità di diagnosi di tumore aumenta nel gruppo di soggetti con noduli di volume intermedio (100-300 mmc, 2.4%) o con noduli di diametro intermedio (5-10 mm, 1.3%), e infine la probabilità di diagnosi di tumore era ancora maggiore nel gruppo di soggetti con noduli maggiori di 300 mmc (16.9%) o con un diametro maggiore di 10 mm (15.2%).
Nel gruppo di soggetti con noduli di volume o diametro intermedio, il tempo di raddoppiamento del nodulo consente di discriminare ulteriormente la probabilità di avere un tumore del polmone.
Complessivamente, un algoritmo di management dei noduli basato sulle suddette caratteristiche consente di ottenere una sensibilità e una specificità anche maggiori rispetto all'algoritmo raccomandato dall'ACCP.
Nello studio NELSON, il numero di cancri intervallari è complessivamente basso: 34 a fronte di 196 tumori diagnosticati grazie allo screening. A posteriori, la maggior parte dei casi intervallari erano visibili alla TC di screening, ma non diagnosticati. Mediamente, i cancri intervallari sono più aggressivi, essendo diagnosticati più spesso in stadio avanzato rispetto ai tumori diagnosticati mediante screening.
In attesa dei dati di mortalità, che auspicabilmente supporteranno l'efficacia dello screening già evidenziata dallo studio statunitense NLST, i due articoli pubblicati su Lancet Oncology attingono al grande database dello studio NELSON, fornendo interessanti dati su aspetti importanti dello screening, quali il management ottimale dei noduli riscontrati e il rischio di diagnosi intervallari, ovvero di tumori che possano "sfuggire" alle procedure di screening.
Come sottolineato nell'editoriale che accompagna i due articoli, questi dati chiariscono importanti aspetti e aggiungono evidenze sicuramente utili in previsione di un'introduzione dello screening nella pratica quotidiana. Peraltro, queste analisi sottolineano anche quanto lavoro sia necessario per standardizzare al meglio le procedure (in termini di timing dello screening e del management dei noduli), per ottenere risultati ottimali.
Al momento, le linee guida AIOM esprimono una raccomandazione negativa debole sullo screening, sottolineando che "lo screening con TC spirale nei soggetti ad alto rischio ha documentato una possibile riduzione della mortalità. Tuttavia, in considerazione dell'elevato numero di falsi positivi e dell'incerto rapporto danno/beneficio, non dovrebbe essere raccomandato come misura di sanità pubblica." Nei prossimi anni, sarà probabilmente necessario rivalutare l'evidenza che si sta accumulando, ed eventualmente aggiornare la raccomandazione.