Crizotinib dimostra un'elevata attività nei casi di NSCLC avanzato selezionati per la presenza di ROS1: un impiego al momento off label, ma i dati sono veramente notevoli, anche se riferiti a una piccola casistica.
Chiari R et al. Dramatic response to crizotinib in ros1 fluoroscent in situ hybridization (fish) and immunohistochemistry (ihc) positive lung adenocarcinoma: a case series. Clinical Lung Cancer [available online 23 June 2014]
Crizotinib ha dimostrato elevata attività e maggiore efficacia rispetto alla chemioterapia in studi randomizzati dedicati ai casi di NSCLC avanzato selezionati per la presenza di riarrangiamento di ALK. Il farmaco è attivo anche su ROS1, recettore della famiglia del recettore dell'insulina, che risulta alterato in una piccola percentuale di NSCLC.
Nella pubblicazione su Clinical Lung Cancer, Rita Chiari e colleghi descrivono l'attività di crizotinib in una serie di 8 pazienti (tutte donne) con adenocarcinoma polmonare, selezionate per la presenza dell'alterazione di ROS1. La positività di ROS1 è stata determinata sia con l'impiego della FISH che con l'impiego dell'immunoistochimica.
Tutte le 8 pazienti con adenocarcinoma identificate come positive per ROS1 e trattate con crizotinib erano di sesso femminile, con un'età mediana giovane (44.7 anni, range da 37 a 71). Sei su otto erano non fumatrici, e le restanti due leggere fumatrici.
Tutte le pazienti, prima di ricevere il crizotinib, avevano ricevuto almeno una precedente linea di trattamento, e tutte erano pretrattate con platino (cisplatino + pemetrexed nella maggior parte dei casi).
Crizotinib ha prodotto 1 risposta completa e 7 risposte parziali, con una proporzione di risposte del 100% dei casi. Due pazienti sono decedute dopo 3 e 10 mesi dall'inizio del trattamento con crizotinib, mentre le altre sei pazienti erano ancora vive al momento della pubblicazione, con una durata mediana del trattamento con crizotinib di 9 mesi (range, 5-18 mesi).
Gli autori sottolineano l'elevata attività del crizotinib in questo sottogruppo di pazienti, che rappresenta non più dell' 1-2% dei casi di NSCLC avanzato. Le caratteristiche associate ad una maggiore chance di presenza dell'alterazione di ROS1 sono simili a quelle associate alla mutazione di EGFR e al riarrangiamento di ALK (sesso femminile, adenocarcinoma, non fumo).
Da sottolineare l'elevata sensibilità dell'immunoistochimica, tecnica sicuramente più semplice e più economica rispetto alla FISH, nell'individuare i casi positivi per ALK. Gli autori suggeriscono quindi un potenziale algoritmo in cui per prima viene eseguita l'immunoistochimica, riservando la conferma FISH ai soli casi dubbi / positivi. Questo consentirebbe di evitare l'esecuzione della FISH nella grande maggioranza dei casi, negativi all'immunoistochimica.
Attualmente, l'impiego di critotinib nei casi ROS1+ è formalmente off label, essendo il farmaco riservato ai casi positivi per ALK. D'altra parte, è difficile immaginare che in sottogruppi così numericamente esigui sia possibile condurre studi randomizzati di dimensioni medio-grandi. Le autorità regolatorie dovrebbero quindi affrontare il problema di tali sottogruppi molecolari di tumori comuni (come il tumore del polmone) che, nei fatti, vista la rarità, presentano le problematiche metodologiche dei tumori rari.