Un'interessante analisi del famoso studio epidemiologico cardiologico di Framingham conferma, dopo alcuni anni dalla cessazione del fumo, la riduzione del rischio di tumore del polmone, rispetto a chi continua a fumare. Che aspettate?
Un'interessante analisi del famoso studio epidemiologico cardiologico di Framingham conferma, dopo alcuni anni dalla cessazione del fumo, la riduzione del rischio di tumore del polmone, rispetto a chi continua a fumare. Che aspettate?
Hilary A Tindle, Meredith Stevenson Duncan, Robert A Greevy, Ramachandran S Vasan, Suman Kundu, Pierre P Massion, Matthew S Freiberg. Lifetime Smoking History and Risk of Lung Cancer: Results From the Framingham Heart Study. JNCI: Journal of the National Cancer Institute, 2018
La relazione tra fumo e tumore del polmone è ovviamente dimostrata da numerosi studi epidemiologici, che hanno anche messo in luce la riduzione del rischio, negli anni, in chi smette di fumare rispetto a chi continua. Ma qual è la velocità di riduzione del rischio? Dopo quanti anni si può apprezzare una riduzione significativa? Dopo quanti anni il rischio diventa uguale a chi non ha mai fumato?
Nella pubblicazione del Journal of the National Cancer Institute, Tindle e colleghi hanno preso in esame I dati dei residenti della cittadina di Framingham, nel Massachusetts (Stati Uniti), che per decenni sono stati seguiti prospetticamente nell’ambito del celebre studio Framingham Heart Study.
Tale celebre studio ha già fornito in passato importanti evidenze sull’associazione tra pressione arteriosa e livelli di colesterolo e rischio di patologie cardiovascolari. Peraltro, tra le informazioni acquisite per tutti i soggetti partecipanti, c’erano anche le notizie riguardanti l’abitudine al fumo e l’eventuale diagnosi di tumore del polmone.
La pubblicazione prende in considerazione i dati dello studio Framingham Heart Study Original (n = 3905) e della coorte Offspring (n = 5002), che hanno visto il monitoraggio prospettico dei partecipanti, sia per quanto riguarda l’abitudine al fumo che per quanto riguarda l’incidenza di tumore del polmone, nel period compreso tra il 1954-58 oppure il 1971—75 e il 2013.
Il rischio di tumore del polmone è stato valutato in:
L’analisi è stata condotta mediante modelli multivariati di regressione di Cox.
L’analisi principale è stata condotta sui forti fumatori con oltre 21.3 pacchetti-anno. Ulteriori analisi sono state condotte includendo tutti i fumatori.
Lo studio ha preso complessivamente in esame 8907 soggetti, che sono stati seguiti prospetticamente per un periodo di 25-34 anni (follow-up mediano 28.7 anni). Durante questo periodo, sono stati diagnosticati 284 tumori del polmone, il 93% dei quali è stato diagnosticato in forti fumatori, vale a dire i soggetti che avevano fumato almeno 21 pacchetti-anno (ossia, ad esempio, un pacchetto di sigarette al giorno per almeno 21 anni).
L’incidenza di tumore del polmone espressa come numero di casi per 1000 persone-anno è stata pari a:
Gli ex forti fumatori hanno un rischio di avere un tumore del polmone superiore rispetto ai non fumatori, ma l’entità del rischio si riduce nel tempo:
Il rischio di sviluppare un tumore del polmone si riduce nel tempo rispetto a chi continua a fumare. Peraltro, a 25 anni dalla cessazione, il rischio di tumore del polmone rimane comunque più elevato (di circa 3 volte) rispetto a chi non abbia mai fumato.
Il 40% dei casi di tumore del polmone negli ex forti fumatori viene diagnosticato oltre 15 anni dopo la cessazione.
“Se fumi, è un ottimo momento per smettere!” Sono parole di Hilary Tindle, primo nome del lavoro pubblicato sul Journal of the National Cacer Institute. La Tindle è direttrice del Centro Vanderbilt per il tabacco, le dipendenze e lo stile di vita.
In effetti, l’evidenza che il rischio di tumore del polmone si riduce in maniera significativa già pochi anni dopo aver smesso di fumare dovrebbe dare importanti motivazioni a chi voglia smettere di fumare.
Peraltro, il fatto che il rischio, negli ex forti fumatori, si riduce significativamente rispetto a chi smette di fumare, ma rimane elevato per molti lustri dopo la cessazione del fumo, ha indotto commenti, specialmente nella realtà statunitense in cui lo screening con TC nei forti fumatori ha preso piede, a proposito dell’opportunità dello screening anche a distanza di anni dalla cessazione. Commentando i risultati dello studio pubblicato su JNCI, Matthew Freiberg afferma: “Anche se va sottolineata l’importanza di smettere di fumare, gli ex forti fumatori devono rendersi conto che il rischio di tumore del polmone rimane elevato per molto tempo dopo l’ultima sigaretta fumata, sottolineando l’importanza dello screening”. La ricaduta di tali considerazioni in una realtà come quella italiana, in cui lo screening non è attualmente pratica clinica, è relativa, mentre sicuramente immediata è la ricaduta in termini di incentivo a smettere, quanto prima, di fumare.
Negli Stati Uniti, le linee guida federali raccomandano la copertura assicurativa per lo screening per il tumore del polmone in chi fuma ma anche in chi abbia smesso di fumare da meno di 15 anni. Gli ex forti fumatori che abbiano smesso da oltre 15 anni sono esclusi, quindi, dalla copertura assicurativa dello screening, ma i risultati dello studio evidenziano che il 40% dei tumori negli ex forti fumatori vengono diagnosticati oltre 15 anni dopo la cessazione del fumo. Non è ancora chiaro, quindi, in assenza di studi dedicati, se tale cutoff vada ripensato.