Uno studio statunitense stima il rischio di “induzione” al fumo di sigaretta associato all’uso di sigarette elettroniche tra i giovanissimi. Potrebbe essere addirittura maggiore del beneficio ottenuto da chi, grazie alla sigaretta elettronica, riesce a smettere di fumare...
Soneji SS, Sung H-Y, Primack BA, Pierce JP, Sargent JD (2018) Quantifying population-level health benefits and harms of e-cigarette use in the United States. PLoS ONE 13(3): e0193328. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0193328
Le sigarette elettroniche possono rappresentare un aiuto per i fumatori nel tentativo di smettere di fumare, ma potrebbero anche rappresentare un possibile strumento di induzione e avvicinamento al fumo di sigaretta per chi non fuma.
Specialmente tra i giovanissimi, potrebbe essere elevato il numero di soggetti che si avvicina all’uso della sigaretta elettronica non per smettere di fumare ma per curiosità, e paradossalmente l’uso della sigaretta elettronica potrebbe quindi avvicinare al fumo di sigaretta, invece che essere un semplice strumento di cessazione del fumo.
Obiettivo degli autori dello studio pubblicato su PLOS One era quello di quantificare il rapporto tra danni e benefici, a livello di popolazione, associati all’uso della sigaretta elettronica.
Gli autori hanno condotto le analisi mediante simulazioni basate su dati di letteratura, su survey condotte negli Stati Uniti e su dati epidemiologici statunitensi.
Misura del potenziale beneficio e del potenziale danno associati all’impiego delle sigarette elettroniche sono stati, rispettivamente:
I dati del modello stimano che, nell’anno 2015, 2070 fumatori di sigaretta, di età compresa tra 25 e 69 anni, avrebbero smesso di fumare grazie all’uso della sigaretta elettronica, riuscendo a mantenere lo stato di non fumatore per almeno 7 anni successive.
Peraltro, i dati del modello stimano che 168000 adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni o giovani adulti di età compresa tra 18 e 29 anni avrebbero iniziato a fumare, nel corso del 2015, diventando successivamente fumatori abituali di sigarette.
Nel complesso, i dati del modello stimano che l’uso della sigaretta elettronica comporterebbe 1510000 anni di vita perduti, pur ipotizzando (in maniera ottimistica) un rischio di mortalità associato all’uso di sigaretta elettronica molto inferiore (95% in meno) rispetto all’uso delle sigarette tradizionali.
Ipotizzando una riduzione del rischio meno ottimistica, il numero di anni di vita persi “per colpa” delle sigarette elettroniche diventa ancora più elevato. Ad esempio, ipotizzando una riduzione del rischio del 75% con le sigarette elettroniche rispetto alla sigaretta tradizionale, il numero di anni di vita persi risulterebbe di circa 1550000, e salirebbe a 1600000 in caso di una riduzione del rischio del 50%.
I dati della pubblicazione statunitense sono molto provocatori, perché la simulazione proposta dagli autori suggerisce che, a livello di popolazione, i danni delle sigarette elettroniche (dovuti all’effetto di avvicinamento e induzione al fumo che potrebbero avere nei giovanissimi) rischiano di essere maggiori dei benefici associate alla cessazione del fumo in chi le usa appunto per provare a smettere di fumare.
Gli autori non entrano nella discussione relativa all’efficacia delle sigarette elettroniche come strumento di cessazione del fumo (efficacia subottimale, e probabilmente inferiore rispetto ad altre strategie di cessazione).
Peraltro, gli autori sottolineano che bisognerebbe adottare provvedimenti per evitare la pericolosa diffusione delle sigarette elettroniche tra i giovanissimi e i giovani. Se invece, per moda, per curiosità e per emulazione, molti giovanissimi si avvicinano alle sigarette elettroniche pur non essendo fumatori di sigaretta, il rischio paradossale è che lo diventino proprio per colpa di quello che dovrebbe essere uno strumento di cessazione!
Le analisi presentate nel lavoro dimostrano che il danno a livello di popolazione sarebbe notevole, anche ipotizzando un rischio di mortalità associato all’uso della sigaretta elettronica ottimisticamente molto più basso rispetto alle sigarette tradizionali.
Le linee guida AIOM sul tumore del polmone dedicano un paragrafo alla sigaretta elettronica, sottolineando che “le evidenze scientifiche sull’argomento sono ancora carenti, come è sottolineato in un documento congiunto pubblicato nel 2015 dall’American Association for Cancer Research e dall’American Society of Clinical Oncology. In tale documento è riconosciuta la diffusione di questi dispositivi negli ultimi anni, sottolineandone i potenziali benefici ai fini della cessazione dall’abitudine al fumo di sigaretta, ma anche i possibili rischi e la mancanza di dati definitivi sulla sicurezza e sull’efficacia come metodo tradizionale per smettere di fumare. Pertanto, ad oggi, la sigaretta elettronica non può essere assimilata alla tradizionale terapia con sostituti nicotinici”