Una complessa sindrome metabolico-infiammatoria, caratterizzata da un rapido consumo muscolare con o senza perdita di massa grassa. Dall’Università di Cagliari, una recente overview sul tema fa il punto sui trattamenti disponibili e sui progressi della ricerca.
Una complessa sindrome metabolico-infiammatoria, caratterizzata da un rapido consumo muscolare con o senza perdita di massa grassa. Dall’Università di Cagliari, una recente overview sul tema fa il punto sui trattamenti disponibili e sui progressi della ricerca.
Madeddu C, et al. Advances in pharmacologic strategies for cancer cachexia. Expert Opin Pharmacother 2015, epub ahead of print Sep 2.
Negli ultimi anni vi è stato un incessante investimento scientifico sulla definizione, comprensione e trattamento della cachessia neoplastica.
Nel 2011, un consenso di esperti ha definito la sindrome cachettica come una considerabile perdita di peso corporeo (> 5% nei precedenti 6 mesi), un BMI (indice di massa corporea) < 20 kg/m2 in combinazione con una perdita di peso > 2% nei sei mesi precedenti ovvero la perdita di massa muscolare in combinazione a un calo ponderale > 2% nei precedenti 6 mesi. Da notare la definizione della perdita muscolare: indice di muscolatura dello scheletro appendicolare inferiore a 7.26 kg/m2 negli uomini e inferiore a 5.45 kg/m2 nelle donne.
Nel 2014, una approfondita review definiva le basi molecolari della cachessia neoplastica (Argiles JM, et al. Nat Rev Cancer 2014; http://www.oncotwitting.org/miscellanea/item/189-poscia-piu-che-l-dolor-pote-il-digiuno) specificando come questa complessa sindrome possa insorgere dal dismetabolismo con spreco energetico, wasting muscolare e atrofia,perdita del tessuto adipose e stimolo delle vie infiammatorie.
La recente expert review (non sistematica) si è posta l’obiettivo di selezionare i più interessanti articoli pubblicati in Pubmed dove il trattamento farmacologico della cachessia avesse un impatto sulla perdita di peso, sulla perdita di massa muscolare magra, o su importatnti outcomes clinici qulai la sopravvivenza o la qualità di vita. Non sono tuttavia specificati nel manoscritto i criteri di questa selezione.
Riportiamo di seguito le categorie farmacologiche e quelle dei supplementi nutrizionali prese in esame dagli autori.
Steroidi: megestrolo acetato e medrossiprogesterone acetato sono ampiamente usati come stimolatori dell’appetito. Il primo composto, usualmente somministrato alla dose di 320-640 mg/die (da 2 a 4 cp da 160 mg), ha dimostrato vantaggio rispetto al placebo in una recente metanalisi (Ruiz Garcia V, et al. Cochrane Database Syst Rev 2013)
Modulatori selettivi del recettore androgenico (SARMs): si tratta di molecole a target specifico che possono esercitare un effetto tanto agonista quanto antagonista. Enobosarm (GTx-024) somministrato alla dose di 1 o 3 mg/die ha riportato dati positivi in uno studio di fase II randomizzato condotto in 160 pazienti con cachessia neoplastica, i dati del fase III sono stati presentati solo come abstract.
Agonisti del recettore GHrelina: i dati su anamorelina sono stati riportati in una pubblicazione congiunta di due trial di fase II (Garcia JM, et al. Lancet Oncol 2015), si attende la pubblicazione estesa degli studi ROMANA I e II; non sono ancora disponibili i risultati degli studi clinici che hanno testato RC 1291 e macimorelina.
Antiinfiammatori: considerato il background biologico dell’infiammazione nella genesi della cachessia neoplastica questi agenti hanno grande interesse. Fino ad ora, comunque, i risultati delle sperimentazioni cliniche sono stati deludenti e non vi sono studi di fase III randomizzati a supporto di aspirina o celecoxib in questa condizione clinica.
Inibitori di interleuchina 6 e immunomodulatori: Sono interessanti i dati preliminari riportati si ALD-518 (inibitore di IL-6) e su OHR/AVR 118 (un peptide immunomodulatore testato in fase I).
Inibitori di JAK/STAT3: in questa categoria la molecola più interessante è senza dubbio il ruxolitinib, un inibitore di JAK-2 attivo nella mielofibrosi e attualmente in studio nelle neoplasie gastriche e colorettali pretrattate.
Altre molecole in corso di sperimentazione clinica sono l’espindololo, un inibitore multitarget del catabolismo e della termogenesi, e il bimagrumab, un anticorpo monoclonale diretto contro i recettori dell’activina (anti-ActRII) con dati favorevoli nei pazienti con miosite attiva.
Supplementi nutrizionali: Gli autori si sono soffermati nell’esaminare i dati disponibili riguardo alla supplelmentazione con aminoacidi (in particolare quelli a catena ramificata), l’acido eicosapentaenoico (EPA) e la L-carnitina. Nel complesso, i risultati degli studi fino ad ora condotti sono interessanti, ma non certo definitivi. Inoltre, lo studio di maggiori dimensioni condotto su 518 pazienti con neoplasia gastrointestinale o polmonare avanzata e perdita ponderale significativa (Fearon KC, J Clin Oncol 2006) non ha dimostrato una superiorità di EPA rispetto a placebo, limitando decisamente la raccomandazione nell’uso clinico del prodotto.
Gli autori propongono un’interessante analisi sullo stato dell’arte della cachessia neoplastica, approfondendo la sua patogenesi, le terapia disponibili e gli avanzamenti della ricerca in questo ambito.
La comprensione della complessità biologica di questa complessa condizione clinica è certamente migliorata, ma non ancora chiarita in modo definitivo. Attraversiamo una fase di stallo per i supplementi nutrizionali, ma abbiamo molti nuovi trattamenti farmacologici in studio (risultati sono solo preliminari).
Nell'attesa di capire se sia più efficace il blocco di una specifica via metabolica disregolata o l'utilizzo di una combinazione che inibisca multipli bersagli, un approccio multidisciplinare, che preveda l’intervento del nutrizionista e dello psicologo nel percorso oncologico, rimane al momento fondamentale per aiutare il paziente oncologico.