L’assenza di valutazione della qualità di vita, nonché l’assenza dei risultati nella pubblicazione dello studio, rappresentano un elemento negativo per la valutazione del valore di un trattamento antitumorale. Una revisione sistematica evidenzia che tali difetti sono molto comuni.
Uno studio di coorte arruola oltre 130.000 soggetti (poi seguiti per un ventennio) e sembra confermare l'ipotesi della riduzione del rischio di sviluppare epatocarcinoma per chi utilizza regolarmente aspirina. Tutto vero anche nell'epoca delle terapie antivirali?
Ormai è evidente, a ogni studio il suo endpoint. Non esiste quindi l’endpoint giusto. Forse esiste l’endpoint più adatto per un determinato studio. Scegliere l’endpoint è un passaggio cruciale nel disegno di uno studio clinico. Nel giudicare i risultati degli studi occorre, quindi, una conoscenza approfondita sul tema. Un gruppo di lavoro del National Cancer Institute Breast Cancer Steering ...
Già 3 farmaci immunoterapici sono disponibili per il trattamento di seconda linea dei pazienti con NSCLC avanzato. Ora arrivano i dati negativi di avelumab, confrontato con il precedente standard nel medesimo setting. Un risultato che “non toglie e non mette” niente all’evidenza disponibile.
Nei primi anni 80 anni sembrava un sogno. Alla fine degli anni 90, una certezza. Ma 15 anni dopo l'introduzione della cartella informatizzata nella pratica clinica i bisogni dei pazienti oncologici sono cambiati e i modelli elettronici richiedono una riprogettazione. A che punto siamo?
Uno strumento di screening composto da un questionario di 12 domande può aiutare a definire la probabilità per un adolescente di cadere nella trappola del fumo di sigaretta già entro un anno dalla valutazione. Conoscere i fattori di rischio che inducono i giovani a fumare fornisce informazioni utili per le strategie di prevenzione.