Uno studio di fase III placebo-controlled, condotto su popolazione asiatica, conferma il ruolo di pertuzumab in aggiunta a trastuzumab e docetaxel nel trattamento primario di pazienti con carcinoma mammario HER2+ in stadio precoce o localmente avanzato.
Il risultato di uno studio di fase II può sovrastimare l’efficacia del trattamento sperimentale. Non a caso, tradizionalmente questi studi erano considerati propedeutici alla dimostrazione di efficacia in fase III. Una recente metanalisi lo conferma.
Il trattamento endocrino del carcinoma mammario in premenopausa contempla almeno tre distinte opzioni: il solo tamoxifene, la soppressione della funzione ovarica associata a tamoxifene e la soppressione della funzione ovarica associata a exemestane. La scelta si basa sui risultati degli studi SOFT e TEXT qui analizzati con l’obiettivo di identificare diversi profili di beneficio associati al ...
In questo numero: Orlando L, et al. Final results of a prospective study of scalp cooling in preventing chemotherapy-induced alopecia. Future Oncol 2019 Abstract
Il melanoma è stato il primo tumore in cui è stata introdotta nella pratica clinica sia la monoterapia con immune checkpoint inhibitors sia la terapia di combinazione: in questi anni, si è accumulata esperienza relativa alla frequenza e alla gestione delle tossicità immuno-mediate.
Gli accessi in Pronto Soccorso e le ospedalizzazioni dopo un trattamento oncologico sistemico sono frequenti e incidono sui costi. La definizione di uno score per quantificare il rischio di interventi acuti può favorire l’implementazione di misure preventive.
Mentre altri studi randomizzati hanno evidenziato la superiorità della combinazione di chemioterapia e immune checkpoint inhibitors rispetto alla chemioterapia da sola, come trattamento di prima linea, lo studio CheckMate 227 ha testato la combinazione “chemo-free” di nivolumab e ipilimumab