Spesso si tende a considerare innocua la medicina complementare. Uno studio americano suggerisce però che i pazienti oncologici che la scelgono sono più a rischio di rifiutare le terapie standard, e questo può determinare un peggioramento della sopravvivenza.
Nello studio LUME Colon-1 è stato testato nintedanib, un multitarget orale, nei pazienti chemiorefrattari senza altra possibilità di cura. Ecco i risultati dello studio randomizzato.
La prognosi di pazienti con carcinomi mammario luminale-A è usualmente molto buona ma si osservano anche casi caratterizzati da un outcome infausto. Uno studio dello Stockholm Breast Cancer Study Group prova a fornire una chiave di lettura.
Le terapie per il tumore del testicolo sono così efficaci da porre il problema delle conseguenze dopo molti anni dalla diagnosi. Uno studio olandese descrive il rischio di secondi tumori, studiando l’effetto dei trattamenti ricevuti (chemio e radioterapia).
Lo studio nordamericano indaga il rischio di neoplasia maligna nei parenti di primo grado di pazienti con carcinoma del pancreas. Solo un caso? Fattori di rischio comuni? O forse predisposizione genetica condivisa?
Qual è la gestione clinica più appropriata in presenza di metastasi encefaliche da carcinoma mammario HER2-positivo? Vediamo insieme le raccomandazioni dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO).
Un’esperienza prospettica italiana condotta in donne con tumore della mammella che ricevevano chemioterapia con antracicline e ciclofosfamide conferma che rispettare le linee guida per la profilassi antiemetica garantisce un miglior risultato.