Uno studio suggerisce che la sopravvivenza dei pazienti sottoposti a chemio-radioterapia concomitante per tumore del polmone localmente avanzato sia migliore quando sono trattati presso centri con un volume di pazienti più alto
Dopo ramucirumab e apatinib, lo studio INTEGRATE e i dati di regorafenib. Risultati favorevoli nella patologia colorettale (CORRECT), nei tumori stromali gastrointestinali (GRID) e nell’epatocarcinoma (RESORCE): ora il multitarget avrà un futuro nei tumori dello stomaco?
Qual è il ruolo della tomosintesi in combinazione con la mammografia digitale nello screening per carcinoma mammario? Circa 45.000 esami in 25.000 donne pongono le basi per dimostrarne sostenibilità e vantaggi potenziali.
Le linee guida raccomandano il topotecan come terapia di seconda linea dei pazienti con microcitoma polmonare. Uno studio giapponese suggerisce l’impiego di una polichemioterapia con platino, ma è un’evidenza sufficientemente solida da modificare le raccomandazioni?
Un’analisi post-hoc dello studio MAGIC conferma che il coinvolgimento linfonodale, e non la risposta patologica, sia il più potente fattore prognostico negativo per pazienti con carcinoma gastrico resecabile che completano chemioterapia preoperatoria e vanno a chirurgia.
Può la mutazione del gene per i recettori estrogenici guidare la scelta del trattamento endocrino in donne con carcinoma mammario avanzato? Un'analisi applicata a due studi clinici randomizzati (SoFEA e Paloma3) pone le basi per definire il ruolo predittivo dello stato mutazionale di ESR1.
Qualche mese fa, erano stati pubblicati i dati di attività di dabrafenib in monoterapia nei pazienti con tumore del polmone con mutazione di BRAF: attività incoraggiante, ma non clamorosa. Molto più attiva, a giudicare dallo studio di fase II appena pubblicato, sembra la combinazione di dabrafenib e trametinib.