Uno studio danese ricorda alla comunità oncologica l’importanza di stimolare all’esercizio fisico i pazienti candidati a trattamenti adiuvanti: anche chi è sempre stato pigro può essere motivato!
Un ritardo o un rifiuto dei trattamenti antitumorali convenzionali, quando causati da un ricorso alla medicina alternativa, possono essere particolarmente pericolosi per i pazienti. Tuttavia, l’evidenza riguardo agli effetti delle cure alternative è limitata, sia per la paucità di dati sia per la riluttanza dei pazienti nel dichiararne l’uso ai propri medici di riferimento. Uno studio americano ...
Nelle donne con tumore dell’ovaio in progressione 6-12 mesi dopo la fine della terapia con platino, è utile scegliere una terapia senza platino per prolungare l’intervallo libero dal farmaco e aumentarne poi l’efficacia? Lo studio MITO8 ha verificato prospetticamente il quesito
Prima considerata una possibile strada per la chemioprevenzione. Poi i dati incerti. Ora un deciso passo indietro. Secondo lo studio VITAL la supplementazione di vitamina B6 e B12 aumenterebbe il rischio di cancro polmonare.
Uno studio retrospettivo olandese fa riflettere sul possibile ruolo del trattamento ad intento radicale nei pazienti con tumore del polmone, con malattia “oligometastatica” alla diagnosi: lo studio ha ovvi limiti, ma l’argomento è clinicamente importante.
Lo scioglilingua si riferisce all'utilizzo di cabazitaxel nel tumore prostatico - almeno secondo i risultati dello studio PROSELICA, un trial randomizzato che testa la non-inferiorità dei 20 mg/mq rispetto a 25 mg/mq in pazienti pretratati con docetaxel.
Quando utilizzare l’analogo LHRH nel trattamento adiuvante per carcinoma mammario? In concomitanza della chemioterapia o al termine della stessa? Una sotto-analisi degli studi TEXT e SOFT cerca di fornire una risposta.