Il sacituzumab govitecan (SG) è un farmaco immunoconiugato composto da un anti–Trop-2 legato al chemioterapico SN-38 mediante un linker idrolisabile. Nello studio ASCENT, il SG ha mostrato un beneficio superiore rispetto alla monochemioterapia a scelta del clinico (TPC) in pazienti con diagnosi di carcinoma mammario metastatico triple-negative (TN) già pretrattato con almeno 2 linee di ...
Una metanalisi descrive l’incidenza di fatigue nei pazienti in trattamento immunoterapico: un evento avverso che potenzialmente impatta sulla qualità di vita e sull’attività quotidiana, che spesso riconosce più cause legate non solo alla terapia ma anche alla malattia, e per il quale ci sono pochi rimedi efficaci.
Lo studio DAPHNe ha valutato la fattibilità di semplificare (de-escalation) la terapia in pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo in stadio II-III dopo terapia neoadiuvante e ottenimento di una risposta patologica completa (pCR). In particolare, il depotenziamento riguarda la parte chemioterapica (da più agenti ad un agente singolo, utilizzando nella fase neoadiuvante la combinazione di ...
ESMO presenta un’interessante classificazione dei trattamenti de-intensificati in oncologia: quando, non in maniera empirica ma sulla base dell’evidenza, si decide di ridurre la durata o l’intensità di un trattamento in nome della ridotta tossicità e della miglior qualità di vita.
I tumori del colon senza alterazioni del mismatch repair (pMMR) non rispondono alla immunoterapia. Tuttavia, il pretrattamento con un agente alchilante (temozolomide) potrebbe modificare il profilo di queste neoplasie e avvicinarlo a quello dei tumori MSI. Dopo averlo dimostrato in vivo, si passa alla clinica con il trial ARETHUSA.
L’infezione da SARS-CoV-2 in pazienti oncologici è associata con una maggiore probabilità di sviluppare una malattia grave e di morire. Tuttavia, le variabili che predispongono ad una prognosi peggiore rimangono da definire. Vediamo cosa è emerso da una recente revisione sistematica e metanalitica della letteratura.
Un’analisi condotta in Emilia Romagna descrive la proporzione di pazienti sottoposti a trattamento antitumorale nell’ultimo mese di vita e la proporzione di attivazione di cure palliative: si tratta di numeri da interpretare con estrema cautela, ma che stimolano la riflessione.