Panacea, il rimedio per tutti i mali, è un acronimo un po’ troppo audace per uno studio che valuta una combinazione il cui beneficio era prevedibilmente ristretto a determinate caratteristiche di malattia: carcinoma mammario avanzato, HER2-positivo, PD-L1 positivo. Nell'era della medicina di precisione, mai nome fu più inappropriato per definire un trial clinico.
Vari studi in letteratura hanno già analizzato l’associazione tra impiego di terapia di deprivazione androgenica e rischio di depressione. Un’analisi americana si concentra sui pazienti che avevano ricevuto la terapia ormonale dopo la radioterapia.
L'evidenza a favore della terapia adiuvante per pazienti operati di carcinoma delle vie biliari rimane fragile. Lo studio PRODIGE 12-ACCORD 18 testa in questo setting la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino. Un nuovo standard?
Molte donne temono di sottoporsi alla mammografia e alcune potrebbero non partecipare ai programmi di screening per la prevenzione del carcinoma mammario a causa del fastidio o del dolore indotto dalla compressione della mammella. La compressione è, peraltro, un requisito necessario per ottenere una buona qualità dell’immagine e per ridurre gli artefatti da movimento nonché l'esposizione alle ...
Pubblicati da Lancet Oncology I risultati definitivi dello studio ERA-223, che ha deluso le aspettative di quanti speravano in un sinergismo tra radiofarmaco e terapia ormonale di nuova generazione: il trattamento combinato ha addirittura provocato più fratture ossee rispetto all’abiraterone da solo.
Un lavoro sperimentale del 2004 dimostrava che la frammentazione proteica inizia ancor prima della diagnosi di neoplasia pancreatica. Ora, lo studio IMPACT rimarca l'importanza della perdita di massa magra nel paziente oncologico e come tale fenomeno possa impattare negativamente sulla prognosi.