Sulle pagine di Lancet Oncology un’importante pubblicazione descrive gli sforzi per migliorare la quantità e la qualità della ricerca oncologica condotta nei paesi economicamente più deboli, puntando in particolare a formare metodologicamente i ricercatori del presente e del futuro.
Sebbene l'età mediana alla diagnosi superi i 70 anni, si registra un preoccupante incremento dell'incidenza dei carcinomi colorettali in età giovanile. Quali sono i fattori di rischio? E quali le specifiche caratteristiche della malattia? Le analisi della collaborazione REACCT aiutano a chiarire il quadro.
Lo studio combinato di diverse caratteristiche clinico-biologiche (valutazione multifattoriale) dimostra che il beneficio dalla chemioterapia dose-dense in pazienti con carcinoma mammario è funzione del rischio di recidiva. L’analisi conferma che l’approccio dose-dense può essere indicato anche per il trattamento della patologia luminale (carcinoma HR+).
Pubblicati dal New England i risultati dello studio VISION, che ha sperimentato l’aggiunta del PSMA marcato con il lutetio-177 nei pazienti con tumore della prostata resistente alla castrazione. Come spesso capita negli studi registrativi, il braccio di controllo merita qualche commento, ma i risultati sono positivi in tutti gli endpoint.
In Italia abbiamo ogni anno 6 mila nuove diagnosi di colangiocarcinoma, un terzo delle quali a origine intraepatica. Conoscere il make-up molecolare della malattia permette di individuare un target nel 50% dei casi e suggerisce la strada verso l'oncologia di precisione.
Circa la metà delle pazienti che assumono inibitori dell’aromatasi soffre di disturbi muscolo-scheletrici che possono compromettere la compliance e l’aderenza alle cure, con potenziali ripercussioni sull’outcome. Dati di letteratura, suggeriscono che la tart cherry (amarena) possa avere un effetto benefico sul dolore muscoloscheletrico associato ad osteoartrite, gotta ed esercizio fisico ...
Nel setting della prevenzione della nausea indotta dalla chemioterapia, uno studio italiano ha provato a ridurre le dosi di cortisone. Pur con alcune riserve nell’interpretazione del risultato, lo studio merita un plauso per l’attenzione alla terapia di supporto e alla qualità di vita dei pazienti.