In accordo alle linee guida correnti, la terapia endocrina è il trattamento di prima linea raccomandato nelle forme luminali di carcinoma mammario metastatico. D'altro canto, la chemioterapia, nelle forme con espressione dei recettori ormonali, dovrebbe essere proposta in presenza di malattia life-threatening. Eppure, quasi il 40% delle pazienti riceve un trattamento chemioterapico anche quando ...
Dopo la dimostrazione di beneficio in seconda linea, il cabozantinib ha prodotto un risultato positivo rispetto a sunitinib come trattamento di prima linea del tumore del rene: è la prima volta che un farmaco supera il sunitinib in questo setting.
Se un amidaceo viene cotto al forno o fritto ad alte temperature compare l'acrilamide. Ma il composto non aumenta il rischio di tumori gastrointestinali, secondo un recente studio internazionale caso-controllo. Se un amidaceo viene cotto al forno o fritto ad alte temperature compare l'acrilamide. Ma il composto non aumenta il rischio di tumori gastrointestinali, secondo un recente studio ...
E' di scuola partenopea la firma in calce ad un'interessante riflessione sui risultati dello studio MA17R. Il tema è l'estensione della durata dell'inibitore dell'aromatasi fino a 10 anni quale trattamento adiuvante del carcinoma mammario con recettori ormonali positivi. Nell'interpretazione dei risultati, basarsi sull'endpoint primario può non essere la scelta giusta. Vediamo perchè.
Le evidenze sull’efficacia dell’immunoterapia nei pazienti con tumore del polmone con mutazione di EGFR (in passato definiti “stupidi” in quanto dipendenti da una singola alterazione) sono poco chiare. Una metanalisi prova a fare il punto sull’evidenza disponibile.
No, non si tratta di un film poliziesco. Ma dell'azione dell'immunoterapico in una patologia deturpante, aggressiva per natura, e con limitate chance terapeutiche. Lo studio presentato all'ESMO 2016 e recentemente pubblicato dimostra l'efficacia di nivolumab nei pazienti con neoplasia del distretto cervico-facciale recidivata resistente al platino.
Fra i regimi utilizzati per il trattamento del carcinoma mammario, il TC (docetaxel/ciclofosfamide) e il TCH (docetaxel/carboplatino/trastuzumab) sono considerati a rischio intermedio di indurre neutropenia febbrile. Il regime AC (adriamicina/ciclofosfamide) è considerato a rischio basso. Uno studio di real-world ha analizzato l'associazione tra impiego profilattico di G-CSF e ospedalizzazione ...