…così recitava una canzone di qualche anno fa. Uno studio americano condotto in pazienti con tumore del polmone e del colon-retto sottolinea l’associazione, nei pazienti oncologici, tra scarse riserve finanziarie, sintomi più severi e peggiore qualità di vita.
Dopo l’alabarda spaziale di Goldrake, arrivano le sferette radioattive di van Hazel. Caricate con Ytttrio-90, sono micidiali nel controllare le metastasi epatiche da carcinoma colorettale, ma poco efficaci nell’evitare la progressione sistemica.
Il lavoro non ha mai ammazzato nessuno, ma perché rischiare? La frase, attribuita al celebre ventriloquo americano di origini svedesi, Edgar Bergen, sembra calzare a pennello per introdurre uno studio sul rischio di sviluppare un tumore in funzione delle ore lavorative settimanali.
Nei pazienti giovani con tumore del testicolo trattati con schema PEB, l’elevata chance di guarigione impone un’attenta considerazione delle tossicità a lungo termine associate al trattamento. I dati scandinavi pubblicati su JCO rassicurano sul rischio di tossicità polmonare.
Pubblicati in esteso i dati del trial GOG-0262 che ha confrontato una chemioterapia standard somministrata ogni 3 settimane vs una chemioterapia settimanale in donne con neoplasia ovarica avanzata. Il trattamento dose-dense è davvero superiore?
Quale distanza è più sicura tra la lesione primitiva e i margini di escissione del melanoma? Uno studio randomizzato confronta due diverse modalità chirurgiche (1 cm verso 3 cm) e riporta i dati in termini di sopravvivenza. Hayes AJ, et al. Wide versus narrow excision margins for high-risk, primary cutaneous melanomas: long-term follow-up of survival in a randomised trial. Lancet Oncol ...
Uno studio randomizzato francese confronta, nei pazienti anziani con NSCLC avanzato, la scelta del trattamento “classica” basata su età e performance status con la scelta basata sulla valutazione geriatrica. Il risultato? Inferiore alle attese…