Il radioiodio è largamente utilizzato come trattamento adiuvante dopo la tiroidectomia per neoplasia localizzata, sebbene il vantaggio della strategia rimanga una questione dibattuta nei casi in cui il rischio di recidiva è limitato. Sembrava difficile avere una forte evidenza a favore o contro. E invece ora c'è.
Insolito post di ONcotwITing con richiamo a queste righe di amara attualità, scritte su Lancet Oncology a sette giorni dall'inizio del conflitto in Ucraina. Oggi la situazione è già mutata, in peggio. La guerra porta solo dolore e aggiunge dolore a chi ne ha già.
Uno studio britannico ha descritto l’andamento del COVID in pazienti oncologici, valutando il rischio di mortalità in funzione del tipo di tumore e del tipo di trattamento antitumorale. Il risultato tranquillizza: in caso di infezione, essere in corso di terapia non peggiora la mortalità.
Nel bilancio tra efficacia dei trattamenti e qualità della vita va tenuto in considerazione il tempo impiegato nel prevenire o contrastare gli effetti collaterali. Soprattutto nei pazienti oncologici, che di tempo potrebbero averne relativamente poco.
Nello studio randomizzato NeoTRIP, la combinazione di atezolizumab con chemioterapia a base di carboplatino/nab-paclitaxel ha prodotto un modesto incremento, non statisticamente significativo, in termini di risposta patologica completa (pCR) in pazienti con carcinoma mammario triple negative (TNBC). Questo dato, in passato, avrebbe condizionato in modo più pesante il nostro giudizio sul ...
Una delle questioni più discusse negli ultimi anni è stata la scelta della miglior terapia nei casi di tumore del polmone avanzato con espressione elevata di PD-L1: solo immunoterapia oppure chemio-immuno? In assenza di confronti randomizzati, i dati di real world possono contribuire all’evidenza?
Cancer survivors: numero globale (fortunatamente) in aumento, ma appaiono nuovi bisogni e crescita della domanda per servizi e supporto. Chi guiderà il percorso di cura di questi soggetti? E cosa ci aspetta nel prossimo ventennio?