Nel bilancio tra efficacia dei trattamenti e qualità della vita va tenuto in considerazione il tempo impiegato nel prevenire o contrastare gli effetti collaterali. Soprattutto nei pazienti oncologici, che di tempo potrebbero averne relativamente poco.
Nello studio randomizzato NeoTRIP, la combinazione di atezolizumab con chemioterapia a base di carboplatino/nab-paclitaxel ha prodotto un modesto incremento, non statisticamente significativo, in termini di risposta patologica completa (pCR) in pazienti con carcinoma mammario triple negative (TNBC). Questo dato, in passato, avrebbe condizionato in modo più pesante il nostro giudizio sul ...
Una delle questioni più discusse negli ultimi anni è stata la scelta della miglior terapia nei casi di tumore del polmone avanzato con espressione elevata di PD-L1: solo immunoterapia oppure chemio-immuno? In assenza di confronti randomizzati, i dati di real world possono contribuire all’evidenza?
Cancer survivors: numero globale (fortunatamente) in aumento, ma appaiono nuovi bisogni e crescita della domanda per servizi e supporto. Chi guiderà il percorso di cura di questi soggetti? E cosa ci aspetta nel prossimo ventennio?
In pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo in stadio I, in accordo ai risultati dello studio ATEMPT, la terapia adiuvante con T-DM1 per un anno mostra un profilo di tossicità favorevole ed è stata proposta quale possibile opzione terapeutica alternativa alla combinazione di paclitaxel per 12 settimane e trastuzumab per un anno. L’analisi degli eventi cardiaci osservati fra le pazienti che ...
Presentati all’ASCO GU e pubblicati sul NEJM i risultati dello studio ARASENS: la darolutamide va ad aggiungersi alla lista di farmaci ormonali di nuova generazione che hanno dimostrato un beneficio in sopravvivenza in questo setting. Ad oggi, tuttavia, la lista di quelli rimborsati in Italia rimane vuota.
Il trattamento del carcinoma cervicale recidivato ha un nuovo standard ed è, manco a dirlo, l'immunoterapia. Dopo i dati del pembrolizumab (trial di fase II), arrivano quelli dei cemiplimab, un PD-1 inibitore già utilizzato nei carcinomi polmonari e nei tumori squamosi della cute.