Nel confronto testa a testa, alectinib si dimostra molto migliore del farmaco che solo pochi anni fa ha rivoluzionato il trattamento nei pazienti con tumore del polmone avanzato ALK+: come nei versi di Dylan, le cose possono cambiare in fretta.
Presentato in sessione plenaria al congresso mondiale di oncologia e pubblicato su JAMA lo studio che dimostra come l'essere proattivi premia: la registrazione elettronica dei PRO (patient-reported outcomes) nel monitoraggio dei sintomi migliora i risultati del trattamento.
Arrivato in plenaria dell’ASCO 2017 dopo una selezione su oltre 5000 abstract e contemporamente pubblicato su NEJM, lo studio OlympiAD afferma il beneficio con l’impiego di olaparib nel trattamento del carcinoma mammario metastatico in pazienti con mutazione di BRCA. Elegante dimostrazione che target della terapia antitumorale non sono unicamente le alterazioni genetiche del tumore (somatiche) ...
Dopo decine di pubblicazioni che suggeriscono un effetto potenziante della radioterapia sull’efficacia dell’immunoterapia, ulteriori dati (interessanti ma da considerare generatori di ipotesi) sono ora pubblicati su Lancet Oncology.
Razionale preclinico molto solido. Selezione per amplificazione genica di FGFR2. Lo sviluppo di AZD4547, inibitore specifico del recettore. Tutto sembrava andare dalla parte giusta e invece i risultati del trial confirmatorio (SHINE) sono deludenti. Dopo l’inibizione di HER-2, nessun passo avanti.
Quale può essere l'effetto del crossover sui risultati di uno studio clinico? Vediamo il caso del T-DM1 analizzando i risultati finali del trial EMILIA.
Diversi studi hanno suggerito una possibile attività antitumorale dei beta-bloccanti, assunti da molti pazienti per trattare patologie concomitanti. E se bloccare gli effetti dello stress sulle cellule tumorali aiutasse davvero a controllarne la crescita?