Sono varie le situazioni cliniche nelle quali l’oncologo può scegliere tra diverse alternative terapeutiche, spesso in assenza di confronti diretti… L’AIOM ha affrontato l’argomento in un position paper appena pubblicato su ESMO Open, la nuova rivista ufficiale.
Una pooled analysis di tre studi del Gruppo Oncologico Nord Ovest dimostra come un trattamento ad alta intensità (FOLFOXIRI e bevacizumab) possa modificare la storia naturale del paziente con carcinoma del colon e metastasi limitate al fegato.
E' sufficiente raffreddare lo scalpo per prevenire la perdita di capelli indotta da chemioterapia? Le prove ad oggi disponibili non erano basate su livelli elevati di evidenza scientifica. Il primo studio randomizzato, noto con l'acronimo SCALP, è stato presentato nel corso dell'edizione 2016 del San Antonio Breast Cancer Symposium.
Uno studio di fase I è sicuramente “precoce” per documentare l’efficacia di un trattamento, ma può dare segnali incoraggianti di attività e suggerire un potenziale fattore predittivo utile per la selezione dei pazienti. E’ il caso di rovalpituzumab tesirine nel microcitoma polmonare…
Pubblicati su Lancet i risultati dello studio RESORCE che documenta l'efficacia di regorafenib in pazienti con HCC avanzato in progressione a sorafenib. Il primo agente target efficace in seconda linea saprà aprire una strada di speranza? Due giovani italiani tra i coautori.
Facciamo una full immersion nella letteratura scientifica sul carcinoma mammario avanzato/metastatico con espressione dei recettori ormonali. Proseguiamo la discesa alla ricerca dell'evidenza nella popolazione di pazienti endocrino-naive e scopriamo lo studio FALCON. Non ci sono dubbi, è una piacevole "fulv immersion".
Per i pazienti con tumore del polmone avanzato candidati a chemioterapia, il platino rimane lo standard di trattamento. Il tentativo di impiegare l’espressione di ERCC1 come fattore predittivo si rivela infruttuoso.