Lo scenario è quello del carcinoma mammario HER2 positivo in stadio avanzato. La premessa e il razionale sono gli studi di fase II e di fase III che avevano dimostrato un vantaggio dei trattamenti con T-DM1 o con Pertuzumab (P) + Trastuzumab (H) + Docetaxel rispetto ai rispettivi trattamenti del braccio di controllo, sia in termini di progression-free survival (PFS) che di overall survival (OS). ...
Anche a quest'ASCO, il gruppo cooperativo MITO presente con una presentazione orale (Lorusso et al, 5502). Interessanti, anche se preliminari, i dati ottenuti nel carcinoma dell'endometrio con l'aggiunta di bevacizumab alla chemioterapia.
Lo sviluppo di ipomagnesiemia noto da tempo con utilizzo di EGFR-inibitori (Fakih M, Lancet Oncol 2007) si conferma un buon fattore predittivo di efficacia per cetuximab e panitumumab utilizzati in terza linea. In linea con il presupposto biologico per il quale EGFR media il riassorbimento renale di magnesio, lo studio ASPECCT (Price TJ, Lancet Oncol 2014) dimostra un evidente vantaggio in PFS e ...
La crescita del carcinoma mammario con espressione dei recettori ormonali è guidata dalle chinasi ciclino dipendenti CDK4/6 che promuovono la progressione dalla fase G1 alla fase S del ciclo cellulare. Il Palbociclib, inibitore selttivo di CDK4/6, è un agente orale studiato per superare la resistenza al trattamento endocrino. In uno studio di fase II randomizzato (PALOMA-1), la combinazione ...
L'anastrozolo supera ai punti il tamoxifen nel trattamento del carcinoma duttale in situ (DCIS) della mammella. Risultato sancito dallo studio NSABP B-35, condotto in pazienti postmenopausali. Entrambi i farmaci sono risultati molto efficaci ma la sopravvivenza libera da carcinoma mammario a 10 anni è risultata più lunga nel braccio con anastrozolo rispetto a quello con tamoxifen (93.5% vs ...
Il trattamento elettivo chirurgico dei tumori iniziali del cavo orale (T1-2, N0) del cavo orale è costituito dalla chirurgia, ma rimane poco chiaro se debba essere effettuata una linfadenectomia locoregionale all'esorio della malattia (dissezione nodale elettiva - END) ovvero al momento della recidiva (dissezione nodale terapeutica - TND). Lo studio randomizzato propone di dirimere la questione ...
La combinazione di nivolumab e ipilimumab, rispettivamente inibitori dei checkpoint PD-1 e CTLA-4, migliora in modo significativo la progression-free survival (PFS) di pazienti con melanoma avanzato in confronto con la monoterapia con ipilimumab. Presentati in sessione plenaria, i risultati sono quelli che fanno accaponare la pelle dall'emozione. Lo studio, randomizzato di fase III, in doppio ...