Ci sono ambiti in cui la collaborazione tra professionisti clinici e della ricerca è imprescindibile. Mettere insieme dati e informazioni significa acquisire conoscenza. Spesso parliamo di big data pensando a uno fra gli strumenti che possono portare a innovazione scientifica ma, per patologie meno frequenti, già la condivisione delle esperienze di più Centri a livello globale assume un valore ...
Fino al 2007, la sopravvivenza libera da progressione mediana dei pazienti affetti da tumore del rene avanzato era pari a 5 mesi. Oggi, i risultati dello studio CLEAR con pembrolizumab e lenvatinib evidenziano una PFS mediana pari a 24 mesi. In pochi anni, il progresso è stato clamoroso.. ma ora c’è l’imbarazzo della scelta.
Novità di rilievo per pazienti con carcinoma gastrico. Pubblicato lo studio di fase II che testa zolbetuximab (anticorpo diretto contro la claudina 18.2) in combinazione alla chemioterapia. Dati interessanti, ma per capire se davvero sconvolgeranno la pratica clinica servono i risultati dei trial randomizzati ongoing.
Gli studi clinici randomizzati di fase 3 (RCT) vengono solitamente riportati dopo che si è verificato un numero predeterminato di eventi (recidiva, progressione di malattia, morte). Tuttavia, per una migliore comprensione dei risultati, occorrerebbe analizzare le curve di sopravvivenza quando le stesse sono più mature e informative. Uno studio ha esaminato la proporzione di studi di fase 3 di ...
I risultati dello studio randomizzato che ha confrontato il coniugato farmaco-anticorpo con la chemioterapia in chi aveva già fallito il platino e l’immunoterapia meritano le pagine del New England Journal of Medicine: clinicamente rilevante il beneficio in sopravvivenza.
Un trial randomizzato nipponico (JCOG1007, iPACS) alimenta la controversia sulla resezione del tumore primitivo asintomatico in pazienti con metastasi a distanza non resecabili e carico di malattia limitato. Ma è davvero tempo di chiudere il dibattito?
Un articolo molto provocatorio (troppo?) di Ian Tannock e altri illustri colleghi discute il concetto di “near-equivalence”: è possibile produrre evidenza per consentire l’impiego nella pratica clinica di trattamenti “cost-effective” più sostenibili economicamente?