Che alcuni sottogruppi di carcinoma mammario triple negative con sTILs (stromal tumor-infiltrating lymphocytes) si caratterizzino per una buona prognosi è noto. D’altro canto, è meno noto quale sia la prognosi in assenza di chemioterapia adiuvante.
A distanza di qualche anno dai risultati principali dello studio ProtecT, che avevano evidenziato miglior controllo di malattia ma nessun vantaggio in sopravvivenza per la chirurgia e la radioterapia, sono ora pubblicate ulteriori evidenze.
Non è chiaro se la supplementazione orale di proteine del siero del latte sia di beneficio nel paziente oncologico malnutrito e se tale apporto possa migliorare l'outcome del trattamento. Alcune risposte vengono da uno studio randomizzato italiano.
Arriva dal Memorial Sloan Kettering Cancer Center un approccio che utilizza l'intelligenza artificiale per migliorare l’accuratezza nella diagnosi dei tumori.
Pubblicata l’analisi finale di sopravvivenza globale dello studio FLAURA, che documenta un vantaggio significativo a favore di osimertinib rispetto all’impiego in prima linea di un inibitore di prima generazione.
Uno studio di coorte basato sul registro del National Cancer Database statunitense ha analizzato i dati di quasi due milioni di pazienti che avevano ricevuto una diagnosi di carcinoma mammario tra il gennaio 2004 e il dicembre 2014. Con il carcinoma mammario maschile che rappresenta circa l’1% di tutte le diagnosi, è stato possibile esaminare le differenze di genere.
Un’analisi condotta negli USA evidenzia, nei pazienti con tumore del polmone avanzato, possibili disparità nell’accesso ai farmaci antitumorali ad alto costo: numerose cause possibili e numerose riflessioni da applicare anche ad altri tumori e ad altre realtà geografiche.