La ricerca sulle terapie di supporto è spesso orfana, e un plauso va a chi ci si dedica. Il gruppo NICSO si è impegnato nella conduzione di uno studio randomizzato per valutare l’impatto del monitoraggio pianificato e continuativo delle tossicità associate al trattamento nei pazienti oncologici.
L’American Cancer Society riporta puntualmente i dati sul carcinoma mammario negli Stati Uniti, includendo informazioni sull’incidenza, sulla mortalità, sulla sopravvivenza e sullo screening mammografico. Vediamo insieme cosa emerge dalla analisi più aggiornata
Uno studio a braccio singolo rassicura sull’incidenza di eventi tossici in pazienti sottoposti a radioterapia stereotassica, per vari tipi di tumore, sulla sede o le sedi di localizzazione metastatica. Il trattamento si conferma fattibile, ma uno studio a braccio singolo non poteva (e non voleva) quantificarne l’efficacia.
Uno studio di fase II testa in setting preoperatorio il PD-1 inibitore cemiplimab in 80 pazienti con tumore squamoso della cute. Risultati soprendenti, che possono cambiare completamente la pratica clinica.
L’aspettativa di vita dei pazienti oncologici è significativamente migliorata nel tempo. Sorge quindi spontaneo interrogarsi riguardo alla probabilità di guarigione nelle diverse situazioni cliniche, in funzione della sede tumorale, dello stadio di malattia, dell’età del paziente e dell’anno di diagnosi. Allo scopo, uno studio di popolazione ha utilizzato la casistica del database SEER ...
Dopo il fallimento delle terapia target in setting adiuvante (dati contrastanti per sunitinib, negativi per pazopanib e per sorafenib) e il successo del permbrolizumab (trial KEYNOTE-564) è la volta dell'atezolizumab testato vs placebo in un importante trial prospettico con quasi 800 pazienti ad alto rischio di recidiva per carcinoma renale.
Fino a qualche anno fa c’era solo la terapia di deprivazione androgenica… poi si è aggiunto il docetaxel, poi i farmaci ormonali di nuova generazione… che efficacia ha una strategia intensificata con tutti i tre trattamenti? Una metanalisi del gruppo Meet-URO prova a rispondere, almeno in parte, al quesito.