Lo studio di fase III SANDPIPER ha valutato il ruolo di taselisib (GDC-0032), un potente inibitore selettivo di PI3K, in combinazione con il fulvestrant nel trattamento del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico ER-positivo, HER2-negativo e con mutazione di PIK3CA. Risultati statisticamente significativi ma clinicamente deludenti.
Un’analisi prova a stimare l’aumento della spesa per i farmaci oncologici che recentemente hanno ottenuto nuova indicazione: con i limiti del modello, i risultati suggeriscono che anche negli USA la sostenibilità è fortemente a rischio, o in alternativa è a rischio l’equità di accesso alle cure.
Oltre il 70% di chi smette di fumare, riprende a farlo entro un anno. Sembrava tra i possibili vantaggi dell'uso della sigaretta elettronica ci fosse la sua utilità nel difficile percorso verso la cessazione del fumo. Ma i dati oggi sono sempre meno convincenti...
La prima domanda è cosa preferire tra chemioterapia e terapia endocrina nel trattamento di prima linea del carcinoma mammario metastatico luminale (HR+/HER2-). La seconda domanda si interroga sui parametri da utilizzare (valutazione clinica vs analisi di CTC) per la scelta. Lo studio STIC CTC cerca di fornire le risposte, ma forse è tardi.
Una metanalisi pubblicata dal BMJ riassume le evidenze esistenti in letteratura: in molti casi, ritardare anche solo di un mese le terapie quando l’obiettivo è la guarigione può comportare una riduzione dei successi.
Tra i melanomi diagnosticati in stadio molto precoce (stadio I e IIA) ve ne sono alcuni con un rischio di ricaduta più elevato, che potrebbero essere candidati a sorveglianza intensiva o addirittura a terapia adiuvante dopo la asportazione chirurgica. Un nuovo modello, che combina variabili clinico-patologiche e molecolari, sembra poterli individuare.
Le linee guida internazionali ESO-ESMO affrontano i diversi aspetti correlati alla gestione del carcinoma mammario in stadio avanzato. ONcotwITing fa un focus sul sottogruppo luminale (HR-positivo, HER2-negativo).