Una vecchia signora. Il più antico ospedale di Milano. Un giovane medico, affascinato dal mistero dei riarrangiamenti molecolari. Le pagine del case report di Andrea Sartore-Bianchi sembrano un giallo…che sia un vizio di famiglia?
Nuovi farmaci, vecchi effetti collaterali. Nell'era della targeted therapy, l'alopecia rimane ancora uno degli effetti collaterali potenzialmente associati al trattamento antitumorale. Conoscerne l'incidenza è importante per fornire una corretta informazione finalizzata alla condivisione del programma terapeutico.
Dopo la dimostrazione di attività di ceritinib, anche alectinib dimostra un’elevata attività in pazienti con tumore del polmone ALK+ alla progressione dopo crizotinib. Aumenta il numero di farmaci, la sfida è capire la sequenza migliore.
Dopo il nab-paclitaxel, un altro chemioterapico ingabbiato in minuscole particelle liposolubili per raggiungere una maggior concentrazione a livello tumorale. Testata l’efficacia dell’irinotecan nanoliposomiale in pazienti con carcinoma del pancreas.
A volte la scelta degli acronimi non è molto azzeccata. La parola inglese "beacon" si traduce in segnale luminoso, faro. Etirinotecan pegol, inibitore della topoisomerasi I, agente potenzialmente innovativo, fa poca luce nel buio del carcinoma mammario metastatico pluritrattato. Forse, però, qualche piccolo segnale riesce ad emetterlo.
Pubblicato (dopo un po' di tempo) lo studio di fase III che valutava il sorafenib in pazienti pretrattati. Il risultato è negativo: qualche (modesto) segnale di attività, ma nessun vantaggio in sopravvivenza. Un’altra bocciatura dopo i fallimenti in combinazione con la chemioterapia.
Tre soli elementi clinici – secondo gli autori di Pisa, Udine e Verona – sarebbero sufficienti a predire con precisione la presenza di mutazione di BRAF in pazienti con malattia colorettale metastatica. Raffinato nomogramma predittivo o fortunato modello per allibratori molecolari?