E' di scuola partenopea la firma in calce ad un'interessante riflessione sui risultati dello studio MA17R. Il tema è l'estensione della durata dell'inibitore dell'aromatasi fino a 10 anni quale trattamento adiuvante del carcinoma mammario con recettori ormonali positivi. Nell'interpretazione dei risultati, basarsi sull'endpoint primario può non essere la scelta giusta. Vediamo perchè.
Le evidenze sull’efficacia dell’immunoterapia nei pazienti con tumore del polmone con mutazione di EGFR (in passato definiti “stupidi” in quanto dipendenti da una singola alterazione) sono poco chiare. Una metanalisi prova a fare il punto sull’evidenza disponibile.
No, non si tratta di un film poliziesco. Ma dell'azione dell'immunoterapico in una patologia deturpante, aggressiva per natura, e con limitate chance terapeutiche. Lo studio presentato all'ESMO 2016 e recentemente pubblicato dimostra l'efficacia di nivolumab nei pazienti con neoplasia del distretto cervico-facciale recidivata resistente al platino.
Fra i regimi utilizzati per il trattamento del carcinoma mammario, il TC (docetaxel/ciclofosfamide) e il TCH (docetaxel/carboplatino/trastuzumab) sono considerati a rischio intermedio di indurre neutropenia febbrile. Il regime AC (adriamicina/ciclofosfamide) è considerato a rischio basso. Uno studio di real-world ha analizzato l'associazione tra impiego profilattico di G-CSF e ospedalizzazione ...
Uno studio randomizzato di fase II condotto in pazienti con tumore del polmone avanzato, anche se di piccola numerosità, ha evidenziato un interessante prolungamento del controllo di malattia impiegando i trattamenti locali per consolidare il trattamento farmacologico.
Dopo un aperto confronto era indispensabile una presa di posizione istituzionale, coerente con lo sviluppo della materia oncologica e con la consapevolezza di un nuovo patto tra medico e paziente. L’AIOM, la casa dell’Oncologia Italiana, ha discusso a Ragusa tre aspetti fondamentali: l’empowerment del paziente e il suo coinvolgimento nella scelta terapeutica, la ricerca e la sostenibilità. Ne ...
Nella terapia dei tumori, gli inibitori dei checkpoint immuni stanno assumendo una posizione di primo piano. Vi è evidenza crescente che la presenza di linfociti infiltranti il tumore (TILs) possa avere un ruolo prognostico e, al contempo, rappresenti un valido substrato su cui si inserisce l'immunoterapia. Nell'ambito del carcinoma mammario, la "temperatura immune" è diversa a seconda del ...