Un’analisi specificamente condotta nei pazienti sottoposti a trattamento chemio-immunoterapico, a differenza di quanto osservato con l’immunoterapia da sola, non evidenzia impatto negativo della terapia antibiotica, sia pregressa sia concomitante.
Dopo quasi 40 anni di tentativi andati a vuoto - che hanno visto testare interferoni, chemioterapici, antiangiogenici e inibitori tirosinchinasici - il panorama del trattamento finalmente evolve: pembrolizumab dopo la chirurgia radicale migliora l'outcome di pazienti con carcinoma renale.
Le reazioni di ipersensibilità ai taxani possono essere prevenute grazie all’impiego profilattico di steroidi, in particolare desametasone. Tuttavia, esiste una significativa variabilità negli schemi di premedicazione adottati in clinica. Uno studio ha rivisto la casistica decennale (2010-2020) degli schemi di profilassi steroidea in pazienti trattati con paclitaxel o docetaxel allo Stanford ...
Uno studio canadese, mediante l’impiego di patient-reported outcomes e un dispositivo indossato dalle pazienti, ha analizzato l’associazione del livello di attività fisica e del tempo trascorso in sedentarietà con i sintomi depressivi, la fatigue, il dolore, per vari anni dopo il trattamento.
Uno studio randomizzato, ambiziosamente etichettato SUCCESS-A, cerca di rispondere al quesito sulla durata ottimale (5 verso 2 anni) della terapia con acido zoledronico in pazienti con carcinoma mammario in stadio precoce e ad alto rischio di recidiva.
Uno studio di fase III ha aggiunto ulteriore evidenza scientifica in merito al quesito sulla durata ottimale del trattamento adiuvante con inibitori dell’aromatasi in pazienti post-menopausali con diagnosi di carcinoma mammario.