Dopo la sorpresa nella patologia ovarica platino-resistente, il nuovo inibitore di WEE1 (adavosertib, AZD1775) performa bene anche nel carcinoma sieroso uterino. E' stato un clamoroso successo dei Queen, lo sarà anche per l'oncologia ginecologica?
Lo stato dei recettori ormonali, infatti, non influenza in modo significativo il beneficio a dall’impiego del doppio blocco anti-HER2. I risultati aggiornati dello studio APHINITY evidenziano un vantaggio clinicamente e statisticamente significativo dall’aggiunta del pertuzumab alla combinazione di chemioterapia e trastuzumab in pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo con stato linfonodale ...
La fatigue è un problema frequente nei pazienti oncologici, che spesso si trascina anche a lungo dopo la fine dei trattamenti. Una revisione sistematica della letteratura ha analizzato tutte le evidenze a supporto delle tecniche di mindfulness per contrastare la fatigue. Per ricordarci che non esistono solo i farmaci…
Lo studio randomizzato internazionale mira a stabilire se sia efficace la terapia di mantenimento con nivolumab e ipilimumab nel ED-SCLC dopo la chemioterapia di induzione. Pubblicati i risultati per la popolazione generale e subset specifici.
Quanto incide la salpingo-ovariectomia profilattica nella riduzione del rischio di carcinoma mammario in pazienti portatrici di varianti patogenetiche di BRCA1 o BRCA2?
La “second opinion” è un tema molto dibattuto, per le implicazioni sia nel rapporto tra medico e paziente che nel rapporto tra specialisti. Nel 2018 AIOM dedicava a questo tema una sessione delle giornate dell’etica di Ragusa, e oggi è pubblicato il decalogo delle raccomandazioni.
Dopo la pubblicazione del CLEAR - che ha definito l'associazione di lenvatinib e pembrolizumab come uno tra i nuovi riferimenti terapeutici - è ora la volta del trial CheckMate 9ER che ha testato nivolumab e cabozantinib in pazienti con carcinoma renale avanzato.