Cinque milioni di morti in meno negli ultimi trent’anni. Più di quattrocentomila i decessi evitati per carcinoma mammario. Le stime parlano chiaro. Pur ammalandosi di più (la popolazione invecchia) e pur registrando una crescita nel numero assoluto di morti per tumore, la mortalità per tumore nell'Unione europea (UE) è in costante dimunizione.
Una metanalisi riassume l’incidenza degli eventi avversi negli studi con i farmaci antiPD-1 e antiPD-L1, tentando anche un confronto indiretto tra i diversi farmaci. E’ utile, anche nell’informazione ai pazienti, non parlare solo di efficacia ma anche di tossicità.
Dati preclinici sembravano suggerire che un inibitore di MEK potesse rilanciare il ruolo del’immunoterapia anche in tumori ad essa poco sensibili, come i carcinomi colorettali MSS. Lo studio Imblaze 370, invece, dimostra esattamente il contrario. Dalla Fortezza Bastiani, non si vede nemmeno un linfocita T.
Qual è la relazione tra globuli bianchi e carcinoma mammario? Ci sono differenze in base allo stato dei recettori ormonali, all’indice di massa corporea (BMI) e allo stato menopausale?
Una metanalisi fa il punto sull’efficacia della combinazione di chemioterapia a base di platino e immune checkpoint inhibitors nel trattamento di prima linea del tumore del polmone NSCLC
Cambio epocale per il paziente con carcinoma gastrico localmente avanzato dopo 13 anni di immobilità: usciamo dall'epoca dell'ECF (o perlomeno dell'epirubicina) sdoganata dallo studio MAGIC ed entriamo in quella del FLOT testata nello studio randomizzato tedesco. Tutto così certo?
La disponibilità di nuovi farmaci rischia di incoraggiare la prescrizione di trattamenti antitumorali attivi in pazienti dall’aspettativa di vita molto limitata: un’interessante analisi statunitense evidenzia questo trend nella prescrizione di immunoterapia nel carcinoma uroteliale avanzato.