Uno studio di fase I è sicuramente “precoce” per documentare l’efficacia di un trattamento, ma può dare segnali incoraggianti di attività e suggerire un potenziale fattore predittivo utile per la selezione dei pazienti. E’ il caso di rovalpituzumab tesirine nel microcitoma polmonare…
Pubblicati su Lancet i risultati dello studio RESORCE che documenta l'efficacia di regorafenib in pazienti con HCC avanzato in progressione a sorafenib. Il primo agente target efficace in seconda linea saprà aprire una strada di speranza? Due giovani italiani tra i coautori.
Facciamo una full immersion nella letteratura scientifica sul carcinoma mammario avanzato/metastatico con espressione dei recettori ormonali. Proseguiamo la discesa alla ricerca dell'evidenza nella popolazione di pazienti endocrino-naive e scopriamo lo studio FALCON. Non ci sono dubbi, è una piacevole "fulv immersion".
Per i pazienti con tumore del polmone avanzato candidati a chemioterapia, il platino rimane lo standard di trattamento. Il tentativo di impiegare l’espressione di ERCC1 come fattore predittivo si rivela infruttuoso.
Un interessante studio osservazionale italiano riporta i dati sulle dinamiche del breakthroug pain nei pazienti oncologici e sulla terapia che appare più efficace nel controllarlo. Ecco i risultati per i primi 1.500 soggetti intervistati.
Quando si prospetta una terapia di mantenimento, la motivazione del paziente è fondamentale. Una survey esplora la percezione di pazienti e medici relativamente al mantenimento nel NSCLC avanzato: i punti di vista sono in parte diversi.