Lo studio GIM23, condotto nell’ambito del Gruppo Italiano Mammella, esplora le scelte di terapia endocrina adiuvante in pazienti premenopausali con carcinoma mammario precoce positivo ai recettori ormonali. Si tratta studio prospettico, multicentrico, osservazionale condotto in 26 istituzioni italiane, volto a valutare le opzioni terapeutiche in un contesto di pratica clinica reale.
Pubblicate dall’ESMO Precision Medicine Working Group le raccomandazioni aggiornate per l'uso dell’NGS (next-generation sequencing) nel 2024. Il documento sottolinea l'importanza dell’NGS nell'oncologia di precisione, evidenziando come questa tecnologia possa guidare le decisioni terapeutiche basate su specifiche alterazioni genomiche. L'articolo esamina l'applicazione dell’NGS in vari tipi di ...
Un’analisi degli studi corrispondenti alle approvazioni di farmaci in oncologia ed ematologia da parte dell’agenzia statunitense FDA ha evidenziato che, ancora in anni recenti, molte volte i dati di qualità di vita non sono disponibili e, quando lo sono, non sempre documentano un beneficio con il trattamento sperimentale.
Tra le strategie possibili per il trattamento di pazienti con neoplasia colorettale avanzata e refrattaria con stabilità microsatellitare (MSS) suscita interesse l'immunoterapia di combinazione. Ma quali sono i passi avanti?
Il lavoro riporta i risultati finali dello studio di fase II TUXEDO-1, che ha valutato l'efficacia e la sicurezza del trastuzumab-deruxtecan (T-DXd) in pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo con metastasi cerebrali attive, sia di nuova diagnosi che in progressione, senza necessità di terapia locale immediata.
E’ ora disponibile per la comunità oncologica un archivio di tutti gli strumenti di misura dei patient-reported outcomes per l’oncologia. Tra i vari domini complessivamente inclusi negli strumenti censiti, la sfera emotiva è quella in assoluto più rappresentata.
Una patologia oncologica spesso letale in cui non c’è alcuna evidenza a favore dello screening di popolazione. Ma la sorveglianza applicata ad individui ad alto rischio di sviluppare la malattia impatta davvero sulla sopravvivenza?