L'utilizzo degli accessi venosi impiantabili è routinario nei pazienti oncologici. Tra le possibili complicanze vi sono i difetti meccanici, le trombosi e le infezioni. ma quanto sono sicuri questi dispositivi nella pratica clinica? Uno studio prospettico francese risponde al quesito.
Per quale beneficio si è disposti ad accettare 6 mesi di chemioterapia adiuvante? La domanda è stata posta a un campione di donne con carcinoma mammario trattate con uno schema sequenziale a base di antracicline e taxani. Messi a confronto anche i diversi punti di vista: pazienti vs medici.
Un anno dopo la pubblicazione del beneficio in sopravvivenza globale per il trattamento ormonale immediato dopo la recidiva biochimica rispetto all’inizio ritardato, gli autori pubblicano ora i risultati delle analisi di qualità di vita.
Una analisi combinata di tre studi (FOXFIRE, SIRFLOX e FOXFIRE global) dimostra che il beneficio della radioterapia intraepatica nei pazienti con adenocarcinoma del colon e metastasi confinate al fegato è in generale molto modesto, ma potrebbe essere maggiore nei pazienti con neoplasia primitiva localizzata a destra.
Trastuzumab e lapatinib sono entrambi agenti anti-HER2. Tuttavia, la loro struttura molecolare (anticorpo monoclonale il primo, piccola molecola il secondo) differisce notevolmente e, di conseguenza, ne condiziona il meccanismo d’azione. Può un’analisi dei linfociti T citotossici aiutare a predire il diverso beneficio da tali farmaci?
La “magnitude of clinical benefit scale” dell’ESMO rappresenta un importante sforzo per la misura del valore dei trattamenti oncologici. Come tutti gli strumenti, tuttavia, la scala ha dei difetti. Proviamo a vedere quali.