Un interessante studio spagnolo descrive la consapevolezza della prognosi e dell’intento della terapia da parte di pazienti oncologici dopo il colloquio sulla strategia di prima linea. I risultati fanno molto riflettere, offrendo spunti per considerazioni etiche e psicologiche.
Un altro dato testimonia che la chemioterapia standard (cisplatino e gemcitabina) si combina efficacemente all'immunoterapia nel trattamento della patologia biliare: dopo l'associazione con il PD-L1 inibitore durvalumab (TOPAZ-1) è ora il momento di quella con il PD-1 inibitore pembrolizumab (KEYNOTE-966).
I real world data del prossimo futuro dovrebbero comprendere anche i patient-reported outcomes. I colleghi inglesi del Christie NHS Foundation Trust descrivono i primi due anni di impiego dei PROs nella pratica clinica, in particolare nei pazienti con tumore del polmone. L’analisi documenta la fattibilità della raccolta e dell’analisi descrittiva dei dati.
Un importante passo avanti nel trattamento personalizzato del tumore dello stomaco: la combinazione di chemioterapia e zolbetuximab migliora l'outcome di pazienti con tumore HER2 negativo e Claudina 18.2 positivo.
Per più di un decennio, la combinazione di antracicline e taxani è stato considerata la chemioterapia ottimale per donne con carcinoma mammario in stadio precoce. Tuttavia, a causa della tossicità delle antracicline, regimi terapeutici senza antracicline, come lo schema TC (docetaxel, ciclofosfamide) per le forme HER2-negative e lo schema APT (paclitaxel, trastuzumab) per le HER2-positive, sono ...
Sulle pagine di Nature e Nature Medicine sono stati pubblicati, praticamente in contemporanea, numerosi articoli frutto del lavoro del TRACERx Consortium. Analisi di fondamentale importanza sull’evoluzione del tumore del polmone, con importanti implicazioni cliniche. Uno di essi è focalizzato sull’analisi del DNA circolante.
ACE inibitori, statine e aspirina come possibili terapie farmacologiche per aumentare la sopravvivenza di pazienti trattati in prima linea per un tumore delle vie biliari avanzato: sono davvero utili nella pratica clinica?