Dopo i promettenti risultati degli inibitori di FGFR2 e degli inibitori di IDH, pubblicati i dati del trial ROAR che testa BRAF inibitori in popolazione molecolarmente selezionata con neoplasia biliare avanzata pretrattata.
Dopo olaparib e altri PARP inibitori, anche rucaparib documenta attività in pazienti con tumore della prostata resistente alla castrazione, in presenza di alterazioni di BRCA1 o BRCA2. Si tratta di una minoranza di pazienti, ma è la prova della possibilità di impiegare farmaci mirati anche in questo setting.
Pubblicata la seconda analisi ad interim dello studio ALTA-1L che confronta brigatinib vs crizotinib nel trattamento di pazienti con tumore polmonare con riarrangiamento di ALK.
Alfa-fetoproteina (AFP) è un marcatore sierico di grande importanza nell’HCC, con valore prognostico e predittivo di risposta a varie strategie terapeutiche. Lo studio descrive l’outcome di pazienti con HCC trattati con cabozantinib in dipendenza del valore basale di AFP e della risposta biochimica.
Gli studi basati sulla presenza di un’alterazione molecolare piuttosto che sull’organo di origine del tumore sono ormai numerosi. Al di là dei dubbi sull’interpretazione, quello che vent’anni fa sembrava fantascienza, oggi è realtà.
Quale terapia dopo trastuzumab/pertuzumab e T-DM1 per il trattamento di III linea del carcinoma mammario metastatico HER2-positivo? Uno scenario in continuo cambiamento...